Tribunale di Roma: iscrizione a ruolo sezione mobiliare nuove istruzioni
Tribunale di Roma, nuove istruzioni per l’iscrizione a ruolo ed il deposito telematico di atti nelle procedure esecutive mobiliari: IstruzioniIscrizioniesec_mobiliari.pdf
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DECRETO LEGISLATIVO 30 gennaio 2015, n. 6
Riordino della disciplina della difesa d’ufficio, ai sensi dell’articolo 16 della legge 31 dicembre 2012, n. 247. (15G00017)
(GU n.29 del 5-2-2015)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto l’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Vista la legge 31 dicembre 2012, n. 247, recante nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense;
Visto, in particolare, l’articolo 16 della citata legge n. 247 del 2012 che ha delegato il Governo ad adottare un decreto legislativo recante il riordino della materia relativa alla difesa d’ufficio, in base ai criteri direttivi rappresentati dalla previsione dei criteri e delle modalita’ di accesso a una lista unica, mediante indicazione dei requisiti che assicurino la stabilita’ e la competenza della difesa tecnica d’ufficio;
Sentito il Consiglio nazionale forense, che ha emesso il relativo parere nella seduta del 20 giugno 2014;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 30 ottobre 2014;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 29 gennaio 2015;
Sulla proposta del Ministro della giustizia;
E m a n a
il seguente decreto legislativo;
Art. 1
Modifiche all’articolo 29 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale.
1. All’articolo 29 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, sono apportate le seguenti modificazioni;
a) i commi 1 e 1-bis sono sostituiti dai seguenti;
«1. Il Consiglio nazionale forense predispone e aggiorna, con cadenza trimestrale, l’elenco alfabetico degli avvocati iscritti negli albi, disponibili ad assumere le difese d’ufficio.
1-bis. L’inserimento nell’elenco di cui al comma 1 e’ disposto sulla base di almeno uno dei seguenti requisiti;
a) partecipazione a un corso biennale di formazione e aggiornamento professionale in materia penale, organizzato dal Consiglio dell’ordine circondariale o da una Camera penale territoriale o dall’Unione delle Camere penali, della durata complessiva di almeno 90 ore e con superamento di esame finale;
b) iscrizione all’albo da almeno cinque anni ed esperienza nella materia penale, comprovata dalla produzione di idonea documentazione;
c) conseguimento del titolo di specialista in diritto penale, secondo quanto previsto dall’articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247.»;
b) dopo il comma 1-bis sono inseriti i seguenti;
«1-ter. La domanda di inserimento nell’elenco nazionale di cui al comma 1 e’ presentata al Consiglio dell’ordine circondariale di appartenenza, che provvede alla trasmissione degli atti, con allegato parere, al Consiglio nazionale forense. Avverso la decisione di rigetto della domanda e’ ammessa opposizione ai sensi dell’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199.
1-quater. Ai fini della permanenza nell’elenco dei difensori d’ufficio sono condizioni necessarie;
a) non avere riportato sanzioni disciplinari definitive superiori all’ammonimento;
b) l’esercizio continuativo di attivita’ nel settore penale comprovato dalla partecipazione ad almeno dieci udienze camerali o dibattimentali per anno, escluse quelle di mero rinvio.
1-quinquies. Il professionista iscritto nell’elenco nazionale deve presentare, con cadenza annuale, la relativa documentazione al Consiglio dell’ordine circondariale, che la inoltra, con allegato parere, al Consiglio nazionale forense. In caso di mancata presentazione della documentazione, il professionista e’ cancellato d’ufficio dall’elenco nazionale.
1-sexies. I professionisti iscritti all’elenco nazionale non possono chiedere la cancellazione dallo stesso prima del termine di due anni.».
Art. 2
Disposizione transitoria
1. Gli iscritti negli elenchi dei difensori d’ufficio predisposti dai Consigli dell’ordine circondariali sono iscritti automaticamente, dalla data di entrata in vigore del presente decreto, nell’elenco nazionale previsto dall’articolo 29, comma 1, delle disposizioni di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale. Alla scadenza del termine di un anno, il professionista che intenda mantenere l’iscrizione deve presentare la documentazione prevista dall’articolo 29, comma 1-quater, delle disposizioni medesime.
Art. 3
Modifiche all’articolo 97 del codice di procedura penale
1. Il comma 2 dell’articolo 97 del codice di procedura penale e’ sostituito dal seguente;
«2. Il difensore d’ufficio nominato ai sensi del comma 1 e’ individuato nell’ambito degli iscritti all’elenco nazionale di cui all’articolo 29 delle disposizioni di attuazione. I Consigli dell’ordine circondariali di ciascun distretto di Corte d’appello predispongono, mediante un apposito ufficio centralizzato, l’elenco dei professionisti iscritti all’albo e facenti parte dell’elenco nazionale ai fini della nomina su richiesta dell’autorita’ giudiziaria e della polizia giudiziaria. Il Consiglio nazionale forense fissa, con cadenza annuale, i criteri generali per la nomina dei difensori d’ufficio sulla base della prossimita’ alla sede del procedimento e della reperibilita’.».
Art. 4
Clausola di invarianza finanziaria
1. Dall’attuazione delle disposizioni del presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 30 gennaio 2015
Il Presidente del Senato della Repubblica
nell’esercizio delle funzioni
del Presidente della Repubblica
ai sensi dell’articolo 86 della Costituzione
Grasso
Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri
Orlando, Ministro della giustizia
Visto, il Guardasigilli: Orlando
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DECRETO 24 settembre 2014, n. 202
Regolamento recante i requisiti di iscrizione nel registro degli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento, ai sensi dell’articolo 15 della legge 27 gennaio 2012, n. 3, come modificata dal decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221.
Capo I
Disposizioni generali
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
di concerto con
IL MINISTRO
DELLO SVILUPPO ECONOMICO
e
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA
E DELLE FINANZE
Visto l’articolo 15 della legge 27 gennaio 2012, n. 3, modificata dal decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, nella legge 17 dicembre 2012, n. 221, recante disposizioni sugli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento;
Visto l’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell’adunanza del 28 agosto 2014;
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, a norma dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, effettuata con nota del 3 settembre 2014, ai sensi del predetto articolo;
Adotta
il seguente regolamento;
Art. 1
Oggetto
1. Il presente regolamento disciplina l’istituzione presso il Ministero della giustizia del registro degli organismi costituiti da parte di enti pubblici, deputati alla gestione della crisi da sovraindebitamento a norma dell’articolo 15 della legge 27 gennaio 2012, n. 3.
2. Il presente regolamento disciplina, altresi’, i requisiti e le modalita’ di iscrizione nel medesimo registro, la formazione dell’elenco degli iscritti e la sua revisione periodica, la sospensione e la cancellazione dal registro dei singoli organismi, nonche’ la determinazione dei compensi e dei rimborsi spese spettanti agli organismi a carico dei soggetti che ricorrono alla procedura
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento si intende per;
a) «Ministero»: il Ministero della giustizia;
b) «legge»: la legge 27 gennaio 2012, n. 3;
c) «registro»: il registro degli organismi deputati a gestire i procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio del debitore sovraindebitato;
d) «organismo»: l’articolazione interna di uno degli enti pubblici individuati dalla legge e dal presente regolamento che, anche in via non esclusiva, e’ stabilmente destinata all’erogazione del servizio di gestione della crisi da sovraindebitamento;
e) «gestione della crisi da sovraindebitamento»: il servizio reso dall’organismo allo scopo di gestire i procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio del debitore;
f) «gestore della crisi»: la persona fisica che, individualmente o collegialmente, svolge la prestazione inerente alla gestione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio del debitore;
g) «ausiliari»: i soggetti di cui si avvale il gestore della crisi per lo svolgimento della prestazione inerente alla gestione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio del debitore;
h) «responsabile»: il responsabile della tenuta del registro;
i) «referente»: la persona fisica che, agendo in modo indipendente secondo quanto previsto dal regolamento dell’organismo, indirizza e coordina l’attivita’ dell’organismo e conferisce gli incarichi ai gestori della crisi;
l) «regolamento dell’organismo»: l’atto adottato dall’organismo contenente le norme di autodisciplina.
Sezione I
Requisiti e procedimento di iscrizione
Art. 3
Istituzione del registro
1. E’ istituito il registro degli organismi autorizzati alla gestione della crisi da sovraindebitamento.
2. Il registro e’ tenuto presso il Ministero nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali gia’ esistenti presso il Dipartimento per gli affari di giustizia e ne e’ responsabile il direttore generale della giustizia civile. Il direttore generale della giustizia civile puo’ delegare una persona con qualifica dirigenziale o un magistrato ed avvalersi, al fine di esercitare la vigilanza, dell’ispettorato generale del Ministero. Il Ministero e’ altresi’ titolare del trattamento dei dati personali.
3. Il registro e’ articolato in modo da contenere le seguenti annotazioni;
a) sezione A;
1) organismi iscritti di diritto a norma dell’articolo 4, comma 2, del presente regolamento;
2) elenco dei gestori della crisi;
b) sezione B;
1) altri organismi;
2) elenco dei gestori della crisi.
4. Il responsabile cura il continuo aggiornamento dei dati del registro e puo’ prevedere ulteriori integrazioni delle annotazioni in conformita’ alle previsioni del presente regolamento.
5. La gestione del registro deve avvenire con modalita’ informatiche che assicurino la possibilita’ di una rapida elaborazione dei dati con finalita’ statistica e ispettiva o, comunque, connessa ai compiti di tenuta di cui al presente regolamento.
6. L’elenco degli organismi e dei gestori della crisi sono pubblici.
Art. 4
Requisiti per l’iscrizione nel registro
1. Nel registro sono iscritti, a domanda, gli organismi costituiti dai Comuni, dalle Provincie, dalle Citta’ metropolitane, dalle Regioni e dalle istituzioni universitarie pubbliche.
2. Gli organismi di conciliazione costituiti presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura ai sensi dell’articolo 2 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, il segretariato sociale costituito ai sensi dell’articolo 22, comma 4, lettera a), della legge 8 novembre 2000, n. 328 e gli ordini professionali degli avvocati, dei commercialisti ed esperti contabili e dei notai sono iscritti di diritto, su semplice domanda, anche quando associati tra loro.
3. Il responsabile, per l’iscrizione degli organismi di cui alla sezione B del registro, verifica;
a) che l’organismo sia costituito quale articolazione interna di uno degli enti pubblici di cui al comma 1;
b) l’esistenza di un referente dell’organismo cui sia garantito un adeguato grado di indipendenza;
c) il rilascio di polizza assicurativa con massimale non inferiore a un milione di euro per le conseguenze patrimoniali comunque derivanti dallo svolgimento del servizio di gestione della crisi;
d) il numero dei gestori della crisi, non inferiore a cinque, che abbiano dichiarato la disponibilita’ a svolgere le funzioni di gestione della crisi in via esclusiva per l’organismo;
e) la conformita’ del regolamento dell’organismo alle disposizioni del presente decreto;
f) la sede dell’organismo.
4. Il responsabile, per l’iscrizione degli organismi di cui alla sezione A del registro, verifica la sussistenza dei soli requisiti di cui al comma 3, lettere b), c) ed e).
5. Il responsabile verifica i requisiti di qualificazione professionale dei gestori della crisi iscritti negli elenchi di cui alle sezioni A e B, che consistono;
a) nel possesso di laurea magistrale, o di titolo di studio equipollente, in materie economiche o giuridiche;
b) nel possesso di una specifica formazione acquisita tramite la partecipazione a corsi di perfezionamento istituiti a norma dell’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, di durata non inferiore a duecento ore nell’ambito disciplinare della crisi dell’impresa e di sovraindebitamento, anche del consumatore. I corsi di perfezionamento sono costituiti con gli insegnamenti concernenti almeno i seguenti settori disciplinari;
diritto civile e commerciale, diritto fallimentare e dell’esecuzione civile, economia aziendale, diritto tributario e previdenziale. La specifica formazione di cui alla presente lettera puo’ essere acquisita anche mediante la partecipazione ad analoghi corsi organizzati dai soggetti indicati al comma 2 in convenzione con universita’ pubbliche o private;
c) nello svolgimento presso uno o piu’ organismi, curatori fallimentari, commissari giudiziali, professionisti indipendenti ai sensi del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, professionisti delegati per le operazioni di vendita nelle procedure esecutive immobiliari ovvero nominati per svolgere i compiti e le funzioni dell’organismo o del liquidatore a norma dell’articolo 15 della legge, di un periodo di tirocinio, anche in concomitanza con la partecipazione ai corsi di cui alla lettera b), di durata non inferiore a mesi sei che abbia consentito l’acquisizione di competenze mediante la partecipazione alle fasi di elaborazione ed attestazione di accordi e piani omologati di composizione della crisi da sovraindebitamento, di accordi omologati di ristrutturazione dei debiti, di piani di concordato preventivo e di proposte di concordato fallimentare omologati, di verifica dei crediti e di accertamento del passivo, di amministrazione e di liquidazione dei beni;
d) nell’acquisizione di uno specifico aggiornamento biennale, di durata complessiva non inferiore a quaranta ore, nell’ambito disciplinare della crisi dell’impresa e di sovraindebitamento, anche del consumatore, acquisito presso uno degli ordini professionali di cui al comma 2 ovvero presso un’universita’ pubblica o privata.
6. Per i professionisti appartenenti agli ordini professionali di cui al comma 2 la durata dei corsi di cui al comma 5, lettera b), e’ di quaranta ore. Gli ordinamenti professionali possono individuare specifici casi di esenzione dall’applicazione delle disposizioni di cui al comma 5, lettere b) e d), ovvero fissare i criteri di equipollenza tra i corsi di formazione e di aggiornamento biennale di cui al presente articolo e i corsi di formazione professionale. Ai medesimi professionisti non si applicano le disposizioni di cui al comma 5, lettera c).
7. Agli elenchi dei gestori della crisi degli organismi di cui alla sezione A possono essere iscritti anche soggetti diversi dai professionisti, purche’ muniti dei requisiti di cui al presente articolo.
8. Il responsabile verifica altresi’ il possesso da parte dei gestori della crisi iscritti negli elenchi di cui alle sezioni A e B dei seguenti requisiti di onorabilita’;
a) non versare in una delle condizioni di ineleggibilita’ o decadenza previste dall’articolo 2382 del codice civile;
b) non essere stati sottoposti a misure di prevenzione disposte dall’autorita’ giudiziaria ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159;
c) non essere stati condannati con sentenza passata in giudicato, salvi gli effetti della riabilitazione;
1) a pena detentiva per uno dei reati previsti dalle norme che disciplinano l’attivita’ bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme in materia di mercati e valori mobiliari, di strumenti di pagamento;
2) alla reclusione per uno dei delitti previsti nel titolo XI del libro V del codice civile, nel regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, nonche’ dall’articolo 16 della legge;
3) alla reclusione per un tempo non inferiore a un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l’ordine pubblico, contro l’economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;
4) alla reclusione per un tempo superiore a due anni per un qualunque delitto non colposo;
d) non avere riportato una sanzione disciplinare diversa dall’avvertimento.
9. La documentazione comprovante il possesso dei requisiti di cui al presente articolo, salvo quelli di cui al comma 3, lettera c) e al comma 5, lettera c), e’ presentata ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n.
445. Il possesso del requisito di cui al comma 3, lettera c), e’ dimostrato mediante la produzione di copia della polizza assicurativa mentre quello del requisito di cui al comma 5, lettera c), e’ comprovato con la produzione dell’attestazione di compiuto tirocinio sottoscritta dall’organismo o dal professionista presso il quale e’ stato svolto.
Art. 5
Procedimento
1. Il responsabile del registro approva il modello della domanda per l’iscrizione, con l’indicazione degli atti e dei documenti idonei a comprovare il possesso dei requisiti di cui all’articolo 4 di cui la domanda deve essere corredata. Il modello approvato e’ pubblicato sul sito internet del Ministero.
2. La domanda e’ sottoscritta e trasmessa unitamente agli allegati.
La sottoscrizione puo’ essere apposta anche mediante firma digitale e la trasmissione puo’ aver luogo anche a mezzo posta elettronica certificata.
3. Il procedimento di iscrizione deve essere concluso entro trenta giorni a decorrere dalla data di ricevimento della domanda. La richiesta di integrazione della domanda o dei suoi allegati e’ ammessa per una sola volta e sospende il predetto termine per un periodo non superiore a trenta giorni. La mancata adozione del provvedimento di iscrizione nei termini di cui al presente comma equivale al diniego di iscrizione.
Art. 6
Effetti dell’iscrizione
1. Il provvedimento di iscrizione e’ comunicato al richiedente con il numero d’ordine attribuito nel registro.
2. Dalla data della comunicazione di cui al comma precedente, l’organismo e’ tenuto a fare menzione negli atti, nella corrispondenza e nelle forme di pubblicita’ consentite del numero d’ordine nonche’ della denominazione dell’ente pubblico che lo ha costituito.
3. A far data dall’iscrizione ed entro il 31 dicembre di ogni anno l’organismo pubblica sul proprio sito internet il numero degli incarichi conferiti dal referente a ciascun gestore della crisi.
Art. 7
Obblighi di comunicazione al responsabile
1. Il referente e’ obbligato a comunicare immediatamente al responsabile, anche a mezzo posta elettronica certificata, tutte le vicende modificative dei requisiti dell’organismo iscritto, dei dati e degli elenchi comunicati ai fini dell’iscrizione, nonche’ le misure di sospensione e di decadenza dei gestori dall’attivita’ adottate a norma dell’articolo 10, comma 5.
2. L’autorita’ giudiziaria provvede alla segnalazione al responsabile di tutti i fatti e le notizie rilevanti ai fini dell’esercizio dei poteri previsti nel presente regolamento.
Art. 8
Sospensione e cancellazione dal registro
1. Se, dopo l’iscrizione, l’organismo perde i requisiti di cui all’articolo 4, commi 3 e 4, il responsabile provvede a sospendere l’organismo dal registro per un periodo non superiore a novanta giorni, decorso il quale, persistendo la mancanza dei requisiti, provvede alla cancellazione.
2. Quando risulta che i requisiti di cui al comma 1 non sussistevano al momento dell’iscrizione il responsabile provvede a norma del comma 1 ovvero, nei casi piu’ gravi, alla cancellazione dell’organismo dal registro.
3. E’ disposta la cancellazione degli organismi che non abbiano svolto almeno tre procedimenti di gestione della crisi nel corso di un biennio.
4. L’organismo cancellato dal registro non puo’ essere nuovamente iscritto prima che sia decorso un biennio dalla cancellazione.
5. Ai fini del presente articolo, il responsabile puo’ acquisire informazioni dagli organismi, anche nei modi e nei tempi stabiliti da circolari o atti amministrativi equipollenti.
Sezione II
Obblighi dell’organismo e del gestore della crisi
Art. 9
Registro degli affari di gestione della crisi
1. Ciascun organismo e’ tenuto a istituire un elenco dei gestori della crisi e un registro informatico degli affari, con le annotazioni relative al numero d’ordine progressivo, ai dati identificativi del debitore, al gestore della crisi designato, all’esito del procedimento.
2. Ulteriori registri o annotazioni possono essere stabiliti con determinazione del responsabile.
3. L’organismo e’ tenuto a trattare i dati raccolti nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante «Codice in materia di protezione dei dati personali».
Art. 10
Obblighi dell’organismo
1. Salvo quanto disposto dall’articolo 4, comma 3, lettera c), l’organismo non puo’ assumere diritti e obblighi connessi con gli affari trattati dai gestori della crisi che operano presso di se’ o presso altri organismi iscritti nel registro.
2. Il referente distribuisce equamente gli incarichi tra i gestori della crisi, tenuto conto in ogni caso della natura e dell’importanza dell’affare, e prima di conferire ciascun incarico sottoscrive una dichiarazione dalla quale risulta che l’organismo non si trova in conflitto d’interessi con la procedura. La dichiarazione e’ portata a conoscenza del tribunale contestualmente al deposito della proposta di accordo o di piano del consumatore ovvero della domanda di liquidazione.
3. Al momento del conferimento dell’incarico l’organismo deve comunicare al debitore il grado di complessita’ dell’opera, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili fino alla conclusione dell’incarico e deve altresi’ indicare i dati della polizza assicurativa di cui all’articolo 4, comma 3, lettera c). La misura del compenso e’ previamente resa nota al debitore con un preventivo, indicando per le singole attivita’ tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi.
4. L’organismo e’ obbligato a portare a conoscenza dei creditori l’accordo concluso con il debitore per la determinazione del compenso.
5. L’organismo e’ tenuto ad adottare un regolamento di autodisciplina. Il regolamento deve in ogni caso individuare, secondo criteri di proporzionalita’, i casi di decadenza e sospensione dall’attivita’ dei gestori che sono privi dei requisiti o hanno violato gli obblighi previsti dal presente decreto e derivanti dagli incarichi ricevuti nonche’ la procedura per l’applicazione delle relative sanzioni, e determinare i criteri di sostituzione nell’incarico.
6. Nel caso di violazione degli obblighi dell’organismo previsti dal presente decreto il responsabile dispone la sospensione e, nei casi piu’ gravi, la cancellazione dell’organismo dal registro. Allo stesso modo si procede quando l’organismo ha omesso di adottare le misure di sospensione e decadenza nei casi di cui al comma 5.
Art. 11
Obblighi del gestore della crisi e dei suoi ausiliari
1. Chiunque presti la propria opera o il proprio servizio nell’organismo e’ tenuto all’obbligo di riservatezza su tutto quanto appreso in ragione dell’opera o del servizio ed al rispetto di tutti gli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomo instaurato con l’organismo di appartenenza.
2. Al gestore della crisi e ai suoi ausiliari e’ fatto divieto di assumere diritti o obblighi connessi, direttamente o indirettamente, con gli affari trattati, ad eccezione di quelli strettamente inerenti alla prestazione dell’opera o del servizio. Agli stessi e’ fatto divieto di percepire, in qualunque forma, compensi o utilita’ direttamente dal debitore.
3. Al gestore della crisi e’ fatto, altresi’, obbligo di;
a) sottoscrivere per ciascun affare per il quale e’ designato una dichiarazione di indipendenza. Il gestore della crisi e’ indipendente quando non e’ legato al debitore e a coloro che hanno interesse all’operazione di composizione o di liquidazione da rapporti di natura personale o professionale tali da comprometterne l’indipendenza; in ogni caso, il gestore della crisi deve essere in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 2399 del codice civile e non deve, neanche per il tramite di soggetti con i quali e’ unito in associazione professionale, avere prestato negli ultimi cinque anni attivita’ di lavoro subordinato o autonomo in favore del debitore ovvero partecipato agli organi di amministrazione o di controllo;
b) corrispondere immediatamente a ogni richiesta del responsabile in relazione alle previsioni contenute nel presente regolamento.
4. Il gestore della crisi, prima di dare inizio alla gestione dell’affare, sottoscrive la dichiarazione di cui al comma 3, lettera a), e la rende nota al tribunale a norma dell’articolo 10, comma 2.
Art. 12
Responsabilita’ del servizio di gestione della crisi
1. Il gestore della crisi designato deve eseguire personalmente la sua prestazione.
Art. 13
Monitoraggio e certificazione di qualita’
1. Il Ministero procede annualmente, congiuntamente al Ministero dello sviluppo economico per i procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento del consumatore, al monitoraggio statistico dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio svolti presso gli organismi, anche sulla base dei dati trasmessi a norma del comma 2.
Il Ministero, per il tramite della Direzione generale di statistica, provvede al monitoraggio statistico di cui al periodo precedente nei modi e nei tempi stabiliti da circolari o atti amministrativi equipollenti e con l’ausilio dell’Istituto nazionale di statistica.
2. Entro il mese di dicembre di ogni anno, gli organismi sono tenuti a trasmettere al responsabile i dati;
a) sul numero e la durata dei procedimenti di cui al capo II della legge;
b) sul numero dei provvedimenti di diniego di omologazione, di risoluzione, revoca e cessazione degli effetti degli accordi e dei piani omologati, nonche’ sul numero dei casi di conversione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento in quelli di liquidazione del patrimonio;
c) sull’ammontare dei debiti risultanti dagli accordi e dai piani omologati nonche’ accertati in sede di liquidazione;
d) sulla percentuale di soddisfazione dei creditori rispetto all’ammontare del passivo verificato risultante all’esito dei procedimenti di cui al capo II della legge, con indicazione specifica della percentuale di soddisfazione dei chirografari;
e) sul numero dei provvedimenti di accoglimento e di rigetto delle istanze di esdebitazione;
f) sull’ammontare delle spese di procedura.
3. Il responsabile, a domanda e sulla base dei dati di cui al comma 2, rilascia una certificazione di qualita’ all’organismo richiedente, nei modi e nei tempi stabiliti da circolari o atti amministrativi equipollenti. Ai fini del periodo precedente il responsabile puo’ acquisire ulteriori informazioni dagli organismi richiedenti e avvalersi della collaborazione di un professore universitario in materie giuridiche, di un professore universitario in materie economiche e di un magistrato con funzioni di giudice delegato ai fallimenti, designati dal Capo Dipartimento per gli affari di giustizia per un periodo non superiore a tre anni; ai collaboratori designati non spettano compensi, ne’ rimborsi spese a qualsiasi titolo dovuti.
4. La certificazione di qualita’ rilasciata dal responsabile e’ pubblicata sui siti internet del Ministero e dell’organismo richiedente.
5. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Alle attivita’ previste dal presente articolo le amministrazioni interessate provvedono con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Sezione I
Disposizioni generali
Art. 14
Ambito di applicazione e regole generali
1. La determinazione dei compensi e dei rimborsi spese spettanti all’organismo ha luogo, in difetto di accordo con il debitore che lo ha incaricato, secondo le disposizioni del presente capo. Per la determinazione dei compensi dell’organismo nominato dal giudice, nonche’ del professionista o della societa’ tra professionisti muniti dei requisiti di cui all’articolo 28 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero del notaio, nominati per svolgere le funzioni e i compiti attribuiti agli organismi, si applicano le disposizioni del presente capo.
2. I compensi comprendono l’intero corrispettivo per la prestazione svolta, incluse le attivita’ accessorie alla stessa.
3. All’organismo spetta un rimborso forfettario delle spese generali in una misura compresa tra il 10 e il 15% sull’importo del compenso determinato a norma delle disposizioni del presente capo, nonche’ il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate. I costi degli ausiliari incaricati sono ricompresi tra le spese.
4. Le soglie numeriche indicate, anche a mezzo di percentuale, sia nei minimi che nei massimi, per la liquidazione del compenso, nel presente capo, non sono vincolanti per la liquidazione medesima.
Art. 15
Criteri per la determinazione del compenso
1. Per la determinazione del compenso si tiene conto dell’opera prestata, dei risultati ottenuti, del ricorso all’opera di ausiliari, della sollecitudine con cui sono stati svolti i compiti e le funzioni, della complessita’ delle questioni affrontate, del numero dei creditori e della misura di soddisfazione agli stessi assicurata con l’esecuzione dell’accordo o del piano del consumatore omologato ovvero con la liquidazione.
2. Sono ammessi acconti sul compenso finale.
Sezione II
Determinazione dei compensi nelle procedure di composizione della crisi
Art. 16
Parametri
1. Nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento di cui al capo II, sezione prima, della legge in cui sono previste forme di liquidazione dei beni, il compenso dell’organismo, anche per l’opera prestata successivamente all’omologazione, e’ determinato, di regola, sulla base dei seguenti parametri;
a) secondo una percentuale sull’ammontare dell’attivo realizzato compresa tra quelle di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto del Ministro della giustizia 25 gennaio 2012, n. 30 e successivi adeguamenti;
b) secondo una percentuale sull’ammontare del passivo risultante dall’accordo o dal piano del consumatore omologato compresa tra quelle di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto del Ministro della giustizia di cui alla lettera a).
2. Nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento di cui al capo II, sezione prima, della legge diverse da quelle di cui al comma 1, spetta all’organismo un compenso, anche per l’opera prestata successivamente all’omologazione, determinato con le medesime percentuali di cui al predetto comma, sull’ammontare dell’attivo e del passivo risultanti dall’accordo o dal piano del consumatore omologati.
3. Nell’ipotesi di gruppo di imprese, non costituiscono attivo ne’ passivo gli importi risultanti da finanziamenti e garanzie infragruppo o dal ribaltamento, attraverso insinuazioni, ripartizioni o compensazioni, di attivo e passivo da parte di altra societa’ del gruppo.
4. I compensi determinati a norma dei commi 1, 2 e 3 sono ridotti in una misura compresa tra il 15% e il 40%.
5. L’ammontare complessivo dei compensi e delle spese generali non puo’ comunque essere superiore al 5% dell’ammontare complessivo di quanto e’ attribuito ai creditori per le procedure aventi un passivo superiore a 1.000.000 di euro, e al 10% sul medesimo ammontare per le procedure con passivo inferiore. Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano quando l’ammontare complessivo di quanto e’ attribuito ai creditori e’ inferiore ad euro 20.000.
Art. 17
Unicita’ del compenso
1. Quando nello stesso incarico si sono succeduti piu’ organismi, il compenso unico e’ determinato secondo le disposizioni del presente capo ed e’ ripartito secondo criteri di proporzionalita’.
2. Nel caso in cui per l’esecuzione del piano o dell’accordo omologato sia nominato un liquidatore o un gestore per la liquidazione, la determinazione del compenso ha luogo a norma del comma 1.
Sezione III
Determinazioni dei compensi nella procedura di liquidazione del patrimonio
Art. 18
Parametri
1. Nelle procedure di liquidazione di cui al capo II, sezione seconda, della legge, il compenso del liquidatore e’ determinato sull’ammontare dell’attivo realizzato dalla liquidazione e del passivo accertato. Si applica l’articolo 16.
2. Quando nello stesso incarico si sono succeduti piu’ liquidatori ovvero nel caso di conversione della procedura di composizione della crisi in quella di liquidazione, il compenso unico e’ determinato secondo le disposizioni del presente capo ed e’ ripartito secondo criteri di proporzionalita’.
Capo IV
Disciplina transitoria ed entrata in vigore
Art. 19
Disciplina transitoria
1. Per i tre anni successivi all’entrata in vigore del presente decreto, i professionisti appartenenti agli ordini professionali di cui all’articolo 4, comma 2, sono esentati dall’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 4, commi 5, lettera d), e 6, primo periodo, purche’ documentino di essere stati nominati, in almeno quattro procedure, curatori fallimentari, commissari giudiziali, delegati alle operazioni di vendita nelle procedure esecutive immobiliari ovvero per svolgere i compiti e le funzioni dell’organismo o del liquidatore a norma dell’articolo 15 della legge. Ai fini del periodo precedente le nomine relative a differenti tipologie di procedure sono cumulabili e rilevano anche quelle precedenti all’entrata in vigore del presente decreto.
Art. 20
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 24 settembre 2014
Il Ministro della giustizia
Orlando
Il Ministro
dello sviluppo economico Guidi
Il Ministro dell’economia e delle finanze
Padoan
Visto, il Guardasigilli: Orlando
Registrato alla Corte dei conti il 20 gennaio 2015
Ufficio controllo atti Ministeri giustizia e affari esteri, reg.ne – prev. n. 151
Con provvedimento n.2931/14 del 22 dicembre 2014 del Procuratore della Repubblica, Dott. Pignatone è stato disposto che le notifiche e le comunicazioni ai difensori, all’indagato nei soli casi in cui la notificazione o comunicazione possa o debba essere effettuata mediante consegna al difensore e le notificazioni e comunicazioni alle altre parti private che abbiano comunicato un indirizzo P.E.C., vengano eseguite dal personale in servizio mediante l’utilizzo del servizio di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.). Per l’esecuzione delle notifiche sarà utilizzato l’applicativo T.I.A.P. -all’interno del quale è stato disposto il collegamento con i pubblici registri contenenti gli indirizzi di posta elettronica certificata dei destinatari— che è stato associato al servizio di Posta Elettronica Certificata sollevando così il personale delle formalità di conservazione della relativa ricevuta attestante la trasmissione dei documenti inseriti nel fascicolo digitale creato all’interno dell’applicativo TIAP. Solo nei casi in cui non sarà possibile effetuare l’esecuzione della notifica attraverso la PEC per motivi tecnico-funzionali si potrà procedere alla notifica secondo le modalità previste dagli artt. 148 e s.c.p.p..Si precisa che il servizio però non utilizzabile per le comunicazioni e le notifiche di atti alla Polizia giudiziaria. il servizio Il provvedimento adottato è già esecutivo.
Il regolamento emanato dal Consiglio Nazionale Forense sulla formazione professionale degli avvocati 2015: cnf_formazione.pdf
Con decreto ministeriale pubblicato nella G.U. n. 290 del 15/12/2014 il tasso di interesse legale è stato fissato nella misura dello 0,50%. Non si registrava un volora così basso dal 1942. ll nuovo tasso entra in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2015. Di seguito il testo del decreto:
Come è noto la situazione degli Uffici dei giudici di pace sono in grave difficoltà per quanto riguarda la pubblicazione delle sentenze arretrate. Per questo motivo il COA di Roma il Presidente Vaglio, il segretario Di Tosto e il Tesoriere Galletti Il Presidente Vaglio, il Consigliere Segretario Di Tosto ed il Consigliere Tesoriere Galletti hanno incontrato il presidente del Tribunale Dott. Bresciano, il Presidente della XII Sezione del Tribunale Dott.ssa Mangano e il Dirigente amministrativo dell’Ufficio del Giudice di Pace Dott.ssa Laguardia, per trovare congiuntamente una soluzione delle gravi problematiche relative alla pubblicazione delle sentenze arretrate del Giudice di Pace. A seguito dell’incontro avvenuto il 4 dicembre u.s., la Dirigente dell’Ufficio del Giudice di Pace ha predisposto una circolare che stabilisce quanto segue:
a) per le sentenze emesse a decorrere dal 10 dicembre 2014 varrà come data di pubblicazione quella di inserimento nel sistema SIGP;
b) per le sentenze emesse a decorrere dal 10 dicembre 2014 ai sensi dell’art. 281 sexies c.p.c. o in materia di O.S.A., il cui dispositivo e motivazione siano lette in udienza, le stesse dovranno intendersi immediatamente pubblicate, con l’obbligo però per il cancelliere di inserirle nel sistema SIGP entro la mattinata successiva;
c) per le sentenze in arretrato ancora in fase di pubblicazione la effettiva data di pubblicazione sarà da considerarsi quella di inserimento nel sistema SIGP, anche a seguito dell’apposizione di un ulteriore timbro di depositato da parte del Cancelliere.
Restano escluse da tale provvedimento le sentenze ancora non inserite nel sistema SIGP ma pronunciate in udienza in materia di O.S.A. o ai sensi dell’art. 281 sexies per le quali la data di pubblicazione continuerà a coincidere con quella dell’udienza benché l’inserimento nel sistema SIGP sia avvenuto con due anni di ritardo. In tale ipotesi l’unica possibilità per la rimessione in termini per l’appello sarà quella di proporre querela di falso laddove si possa provare la mancata effettiva lettura della sentenza durante l’udienza.