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Author: Massimo Reboa

Protocollo per la liquidazione degli onorari patrocinio a spese dello Stato

altE’ stato stillato un  protocollo di intesa tra il Tribunale di Roma, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, la Camera Penale di Roma e l’Associazione Nazionale Forense di Roma per la liquidazione standardizzata degli onorari dei difensori dei soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato, degli imputati dichiarati irreperibili o c.d. irreperibili di fatto nonche’ dei c.d. insolvibili. Di seguito il protocollo in questione Protocollo per gratuito patrocinio e difese d’ufficio-1.pdf

·Dicembre 2015 – Cena di Natale dello studio legale Reboa con amici e colleghi

L'avv. Romolo Reboa con gli avv.ti Giovanna Ranieri, Simone Trivelli, Francesco Lodise, Angelo Masetti, Valerio Spinaci ed i  commercialisti Mauro Maritati, Alessandro Passigli, Dario Carapacchio

L'avv. Romolo Reboa con gli avv.ti Francesco Lodise, Angelo Masetti, Valerio Spinaci , il dott. Alessandro Passigli ed il dott. Massimo Reboa

L'avv. Simone Trivelli con il dott. Mauro Maritati

L'avv. Romolo Reboa con gli avv.ti Angelo Masetti e Valerio Spinaci con il grafico Gorial

Nella foto il dott. Massimo Reboa con l'imprenditore Pino Petrollo, gli avv.ti Francesco Lodise, Simone Trivelli, Giovanna Ranieri, il dott. Alessandro Passigli, Mauro Maritati e la rag. Daniela Marini

Nella foto l'avv. Romolo Reboa con l'imprenditore Pino Petrollo

L'avv. romolo Reboa con i colleghi avv.ti Giovanna Ranieri, Francesco Lodise, on.le Francesco Orsi

L'avv. Roberta Verginelli con l'imprenditore Pino Petrollo

Nella foto l' avv. Roberto De Blasiis, il dott. Raffaele Ciaburri, l'imprenditore Pino Petrollo, l'avv. Roberta Verginelli, la rag. Daniela Marini

L'avv. Romolo Reboa con gli avv.ti Silvia Rodaro, Roberto De Balsiiis ed il dott. Raffaele Ciaburri

Il giorno 22 dicembre u.s. presso il Ristorante Dai Balestrari si è tenuta la cena di Natale dello studio legale Reboa. Consuetudine dell’avv. Romolo Reboa per augurare buone feste ai propri collaboratori e partners professionali. Hanno partecipato all’evento: gli avv.ti Simone Trivelli, Francesco Lodise, Giovanna Ranieri, Roberta Verginelli, Silvia Rodaro, Valerio Spinaci, Angelo Masetti, Roberto De Blasiis, l’on.le Francesco Orsi, i dott.ri comm. Mauro Maritati, Alessandro Passigli, Dario Carapacchio, la rag. Daniela Marini, il dott. Massimo Reboa, il dott. Raffaele Ciaburri, la dr.ssa Shaira Missori, la dr.ssa Carmen Langellotto, la sig.ra Maria Grazia Bordone, il sig. Fabio Lattanzi, la sig.ra Tamiris Valentin, l’imprenditore Pino Petrollo ed il maestro grafico Claudio Gloria in arte Gorial.  

Ricorsi in Cassazione: protocollo tra Cnf e Suprema Corte

Il Primo Presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, e il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, nella convinzione che i tempi siano maturi per una comune presa d’atto, hanno stipulato il 17 dicembre u.s. due Protocolli, uno per la materia civile e tributaria e uno per la materia penale, con l’obiettivo di favorire la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali e di formulare raccomandazioni per la redazione dei ricorsi funzionale a facilitarne la lettura e la comprensione da un lato e a dare maggiori certezze agli avvocati circa i criteri di autosufficienza e quindi di ammissibilità degli stessi dall’altro. Di seguito gli schemi di ricorso per civile e tributario e penale:
 
 
 

Saggio di interesse legale per l’anno 2016

altE’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n° 291 del 15 dicembre 2015 il Decreto 11 dicembre 2014 del Ministero dell’Economia e delle Finanze (titolato “Modifica del saggio di interesse legale”) che fissa il nuovo saggio di interessi legali a partire dall’inizio del nuovo anno, 2016. Il saggio per gli interessi legali a partire dal primo gennaio 2016 è stato fissato nella misura dello 0,2%. Con questo ulteriore abbassamento viene raggiunto il livello più basso della serie storica degli interessi legali, i cui effetti solamente in parte vengono mitigati dalla nuova formula del’art 1248, quarto comma, codice civile introdotta dalla Legge 10 novembre 2014, n. 162 di conversione del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 132 che così recita: “Se le parti non ne hanno determinato la misura, dal momento in cui è proposta domanda giudiziale il saggio degli interessi legali è pari a quello previsto dalla legislazione speciale relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.”
 
Di seguito il testo del Decreto Ministeriale 11 dicembre 2015
 
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 11 dicembre 2015
 
Modifica del saggio di interesse legale
 
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
 
Visto l’articolo 2, comma 185, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, recante “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” che, nel fissare al 5 per cento il saggio degli interessi legali di cui all’articolo 1284, primo comma, del codice civile, prevede che il Ministro dell’economia e delle finanze puo’ modificare detta misura sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno;
 
Visto il proprio decreto 11 dicembre 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 dicembre 2014, n. 290, con il quale la misura del saggio degli interessi legali e’ stata fissata allo 0,5 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2015;
 
Visto il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, concernente il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia;
 
Tenuto conto del rendimento medio annuo lordo dei predetti titoli di Stato e del tasso d’inflazione annuo registrato;
 
Ravvisata l’esigenza, sussistendone i presupposti, di modificare l’attuale saggio degli interessi;
 
Decreta;
 
 
Art. 1
 
La misura del saggio degli interessi legali di cui all’articolo 1284 del codice civile e’ fissata allo 0,2 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2016.
 
Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
 
 Roma, 11 dicembre 2015
 
Il Ministro: Padoan
 

Avvocati Cassazionisti: le nuove regole per l’iscrizione all’Albo

altIl 14 dicembre 2015, il Consiglio Nazionale Forense ha pubblicato il nuovo testo del regolamento concernente i corsi per l’iscrizione all’Albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, ai sensi dell’art. 2 della l. n. 247/2012. Il nuovo regolamento entrerà in vigore dal 29 dicembre p.v. Di seguito il testo 10106REGOLAMENTO20-11.pdf

·Dicembre 2015 – L’ avv. Romolo Reboa ed il dott. Massimo Reboa con i colleghi statunitensi a Fort Lauderdale

L'avv. Romolo Reboa ed il dott. Massimo Reboa con i colleghi statunitensi apertura della mostra Miami River | Art 2015'

 

L'avv. Romolo Reboa ed il dott. Massimo Reboa a cena con i colleghi dello studio Gray and Robinson

L'avv. Romolo Reboa ed il dott. Massimo Reboa a cena con gli avv.ti Paul Finizio titolare dello studio Finizio&Finizio e Valerio Spinaci

L'avv. Romolo Reboa ed il dott. Massimo Reboa con l'avv. Howard Perl dello studio Becker & Poliakoff P.A.

 

L'avv. Romolo Reboa con Nuccia McCormick, presidente del Consiglio di amministrazione della Thomas W. Mccormick Scholarship Fund

L’avv. Romolo Reboa nel corso del ciclo di incontri per la promozione dello studio Legale in Florida, ha incontrato per motivi professionali,  diversi illustri colleghi tra i quali gli avv.ti Paul Finizio, titolare dello studio Finizio&Finizio (law practice a Fort Lauderdale), Christopher Salamone (Boca Raton, Florida) dello studio Salamone Associates, Frank Terzo e Glenn Cooper dello studio Gray and RobinsonHoward Perl dello studio Becker & Poliakoff P.A., nonchè Nuccia McCormick, presidente del Consiglio di amministrazione della Thomas W. Mccormick Scholarship Fund. 

L’illegalità diffusa

Vaprio D’Adda: un pensionato si sveglia, trova i ladri in casa, prende la pistola sul comodino e spara, uccidendo il malvivente. Indagato per omicidio volontario.

Catania: la Corte d’Assise condanna un pensionato di 71 anni a 17 anni di carcere ed al risarcimento del danno. Motivo: ha ucciso con quattro colpi di pistola un uomo che si era introdotto di notte nel podere della sua casa di campagna.

Milano: Tabaccaio uccide rapinatore: condannato a un anno e otto mesi per omicidio colposo.

Arzago d’Adda: imprenditore spara e uccide con un fucile da caccia regolarmente detenuto un albanese che con altri complici stava cercando di rubargli la Mercedes. La Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte di Appello di Brescia di condanna a due anni ed otto mesi per eccesso colposo di legittima difesa. Dovrà andare in carcere e risarcire la famiglia del ladro.

Ponte di Nano: benzinaio spara per salvare la commessa di una gioielleria che sta subendo una rapina. Indagato per eccesso colposo.

Basta scorrere le pagine dei giornali o internet per trovare centinaia di casi similari, che giudizialmente andranno valutati caso per caso e nei quali sicuramente vi saranno (o vi saranno state) condanne nei confronti di vittime di furti o rapine che sono persone violente, cui l’evento ha stimolato tale istinto.

Il problema non è giudiziario, in quanto i magistrati applicano la legge, anche se non può essere sottaciuto che, in simili vicende, è fondamentale l’interpretazione della legge e della ricostruzione del fatto che viene data dall’uomo / giudice, intellettualmente condizionata dalla sua opinione su come ci si debba comportare in situazioni analoghe.

L’esperienza giudiziaria insegna che il garantismo riferito ai diritti del bandito ucciso è molte volte superiore a quella che socialmente è la vera vittima della vicenda, chi si è trovato involontariamente di fronte ad un evento che lo ha indotto a sparare.

Allora parlare di politica giudiziaria da rivedere non significa voler far superare alla magistratura il muro divisorio della separazione dei poteri, ma chiederle di prendere atto che il suo ruolo di supplenza all’inefficienza del Parlamento non può essere limitato alle grandi inchieste quali Mafia Capitale, atteso che la vita delle persone per bene è condizionata irrimediabilmente da simili episodi.

La massa di coloro che sono chiamati a giudicare, nella camera di consiglio di un tribunale, quale dovrebbe essere il comportamento di un essere umano di fronte ad un tentativo di rapina, ha una fortuna personale: non essere stato vittima di eventi similari. La massa dei giudici, quindi, può solo teorizzare, sulla base della propria sensibilità umana e dei propri studi anche in materia psicologica, quello che dovrebbe essere il comportamento della vittima che reagisce. E lo fa non nell’immediatezza dell’evento, ma molto tempo dopo.

E’ facile giudicare se un fallo è avvenuto fuori dell’area o sulla linea riguardando l’azione alla moviola che propone le immagini riprese da diverse angolazioni. Sfido chiunque a non sbagliare se si trovasse sul campo al posto dell’arbitro. Gli arbitri, anche di serie A, sbagliano, malgrado si allenino tutti i giorni, perché sono persone umane che devono assumere decisioni in velocità.

Orbene, se sbagliano dei professionisti in situazioni alle quali sono abituate, come deve essere valutato il comportamento di un essere umano il quale, improvvisamente, magari in piena notte mentre si trova a letto nella propria casa, si trova aggredito?

Lo Stato, attraverso la legge penale, esercita la propria pretesa punitiva con riferimento a comportamenti dei singoli ritenuti disdicevoli perché rendono difficile la convivenza tra i singoli cittadini e, quale corrispettivo di tale pretesa, ha l’onere di assicurare alcuni servizi essenziali, ivi inclusa la sicurezza ed il rispetto della legge.

Se si escludono pochi violenti, può dirsi che la maggioranza degli Italiani non ha alcuna voglia di sparare ai ladri in casa propria, o nel giardino del proprio villino, o di inseguire armato chi lo sta derubando.

Ove ciò avvenga è perché lo stato non è riuscito a garantirgli quel minimo di sicurezza che ogni soggetto ha la pretesa di attendersi da uno stato, democratico o dittatoriale, cioè la sicurezza della propria abitazione, del proprio negozio o ufficio e delle strade.

E’ palese che il difendersi da chi entra abusivamente nella propria abitazione non è un comportamento percepito dalla massa dei cittadini come lesivo della convivenza civile e tale percezione che sia giusto reagire, anche con le armi, aumenta allorché lo stato si mostra, all’esterno, incapace di svolgere il suo ruolo.

Orbene, un uomo che si trova costretto a sparare o che, a causa di un’aggressione ingiusta, non ha la freddezza di fermare il dito sul grilletto allorché impugna un’arma che ha comprato solo per paura e che non in realtà ben usare, subirà dall’evento <> una punizione solo per dover ricordare quel giorno e vivere nella paura che si ripeta. E’ giusto costringerlo a pagare un avvocato perché lo difenda da quello stesso stato che, in luogo di difenderlo, lo mette sotto processo e, forse, lo condannerà?

Una cosa è certa, egli sommerà allo shock dell’aggressione domestica anche quello dello stato che lo processa.

Il tutto in un clima d’illegalità diffusa che induce il cittadino a pensare che l’unica scelta che ha per sopravvivere è l’autodifesa.

L’illegalità diffusa si respira non solo pensando alla sicurezza nelle abitazioni o nelle strade o a macro fenomeni, quali <>, camminando per le strade comunali, specie da Roma in giù.

Automobili parcheggiate sistematicamente in divieto di parcheggio, su strisce pedonali o davanti ai cassonetti, con i VV.UU. che intervengono solo se specificamente chiamati, fanno comprendere al cittadino che in città la legge non c’è, tutto è possibile, è la prepotenza a governare.

Allora, la domanda politica è: può lo stato inerme essere duro solo con le persone oneste che, forse, sbagliano quando reagiscono ad un’aggressione criminale?

Romolo Reboa

* Avvocato del Foro di Roma