Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, con i relativi coinvolgimenti della Fondazione controllata dagli esponenti del PD di Bersani, e la “salita in campo” (il professore è troppo pieno di sé per scendere ai livelli dei comuni mortali) di Mario Monti hanno dimostrato la veridicità di ciò che ho più volte affermato sulle pagine di questo giornale: vi è un sistema economico internazionale che ha interesse ad appropriarsi a basso costo dei risparmi degli Italiani.
Secondo i dati ISTAT nel 2007 ben l’82,8% della popolazione italiana abitava in alloggi in proprietà, ma dal 2001, cioè dal momento dell’adozione dell’euro quale moneta unica, la propensione al risparmio delle famiglie ha avuto un diagramma in continua discesa.
Ciò significa che l’euro ha avuto quale primo effetto la cosiddetta “bolla immobiliare”, cioè un trasferimento dei risparmi in mutui bancari solo apparentemente a basso costo, perché la pietra di paragone era il valore di un immobile in realtà estremamente gonfiato da una momentanea situazione di mercato.
Gonfiato per giustificare le rivalutazioni catastali e, quindi, un aumento delle imposte, che si è tradotto per le famiglie in un incremento dell’onere economico necessario per continuare ad avere la disponibilità di cespiti acquisiti con i risparmi di una vita, peraltro divenuti improvvisamente di difficile realizzo.
Sicché, per evitare la bancarotta o il ricorso a strozzini autorizzati e non, dopo aver dato fondo alle riserve, le persone per bene sono costrette a vendere i loro gioielli, sia quelli creati per adornare le donne (non a caso si sono moltiplicati i negozi che comprano oro) sia gli immobili.
Per quelli di maggior prestigio c’è il capitale straniero che li acquista a basso costo, magari anche attraverso fondi immobiliari di diritto estero di fatto sottratti agli occhi indiscreti della Guardia di Finanza Italiana; per gli altri ci sono i capitali degli speculatori italiani e della criminalità organizzata, che controlla sempre più vaste fasce di mercato attraverso società incastrate tra di loro, come scatole cinesi, o prestanome.
A questo si aggiungono i capitali dei lavoratori stranieri piccoli imprenditori, soprattutto cinesi ed asiatici, frutto di attività lavorative lecite, ma espletate per lo più nello scarso rispetto delle normative fiscali, previdenziali e del lavoro e, quindi, con utili superiori a quelli delle “normali” P.M.I. costituite da Italiani: per la precisione gli utili di tali aziende, che trovando origine nella “solidarietà tra cittadini immigrati” (leggi anche, ma non solo, mafia cinese) e basandosi su un costo del lavoro di poco superiore a quello dei paesi di provenienza, sono a volte persino superiori a quelli delle imprese nate per il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, le quali, a causa del “peccato originale”, sono più rispettose della legge, avendo un elevato interesse ad evitare possibili controlli da parte dell’Autorità.
Il fenomeno degli immigrati con permesso di soggiorno, ma di fatto lavoratori in nero, ha quale ulteriore conseguenza che essi beneficiano prima degli Italiani dei servizi sociali, le cui graduatorie sono formate sulla base del reddito, sicché per i cittadini il pagare le tasse o l’investimento del proprio risparmio nell’acquisto della casa si traduce in una beffa ulteriore, quella dell’impossibilità ad accedere ai servizi che contribuisce a pagare.
L’unica alternativa reale per accedervi sarebbe impoverirsi o evadere il fisco, magari lavorando in nero…
Lo spread, termine che gli Italiani non conoscevano sin tanto che i giornali lo amplificassero, realizzando così il sogno tedesco di vedere il più gradito Monti al posto dell’ingestibile Berlusconi, trova origine anche nelle relazioni delle società internazionali di rating.
Basta leggere Wikipedia, la libera enciclopedia sul web, per apprendere che Mario Monti è stato anche un consulente internazionale per Goldman Sachs, membro del Senior European Advisory Council di Moody’s ed è uno dei membri del Business and Economics Group Advisor del Consiglio Atlantico: incarichi prestigiosi, ma che consentono di comprendere come nulla succede a caso…
In Italia esistono anche Magistrati coraggiosi che non hanno quale unico obiettivo ottenere una condanna dell’imputato numero uno, Silvio Berlusconi, o chi abbia avuto la cattiva idea di allearsi con lui. Il PM della Procura di Trani, Michele Ruggiero, ha aperto una indagine sulle agenzie internazionali di rating, Moody’s e Standard & Poor’s, affermando che “gli analisti fornivano intenzionalmente informazioni tendenziose e distorte. Hanno suggerito agli operatori finanziari una relazione tra il rischio Grecia e la rischiosità delle banche italiane”.
E’ quindi palese che grandi poteri economici nazionali ed internazionali hanno condizionato le scelte degli Italiani per appropriarsi dei beni di una Nazione che aveva fatto del risparmio l’arma di ricchezza delle proprie famiglie.
Il prestito dello Stato erogato dal Governo Monti per pagare le speculazioni di potere volute dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena controllata dagli uomini di Bersani, dimostra che affermare che quest’ultimo è il “lato B” del primo è qualcosa di più di una battuta da salotto ed è la conseguenza della rinuncia dell’Italia alla sovranità monetaria, fortemente voluta da Prodi.
La Gran Bretagna è forte in Europa, ma non utilizza l’euro stampato dalla Germania, ma la sterlina. L’Italia si fa stampare moneta dagli altri, rinunciando alla sovranità della lira, il cui ritorno non è quindi un passo indietro, ma un auspicio.
Sovranità monetaria, europeismo e socialità, non sono due termini antitetici, ma occorre distinguere tra l’Europa dei mercanti, cioè l’attuale mera unione a fini economici, dall’Europa dei popoli sovrani, nella quale vi è una moneta stampata dai vari stati federali, come negli Stati Uniti d’America, un esercito comune, una polizia federale, ecc.
Francesco Storace e La Destra, mi hanno offerto l’onore di inserire il mio nome al quarto posto della lista al Senato: ho deciso di esserci, nella speranza di riuscire a divenire una sorta di guardiano del faro della economia e della socialità italiana.
di Romolo Reboa*
* Avvocato del Foro di Roma