La legione etico sociale
La caduta di Berlusconi è stata, in ordine temporale, l’ultimo degli eventi che hanno visto i governi democraticamente eletti delle nazioni europee travolti dall’onda della crisi economica internazionale.
Portogallo, Spagna, Grecia ci avevano preceduto, ma nei primi due paesi la democrazia non è stata sospesa, visto che la caduta dei premier in carica è stata sancita dalle decisioni degli elettori anticipatamente chiamati alle urne.
La dimensione del fenomeno consente di affermare che lo stesso non è conseguenza degli errori di questo o quel leader, ma della pressione di quel mostro anonimo senza volto e senza gambe che è il capitalismo sfrenato del sistema bancario internazionale.
E, quando parlo di mostro anonimo, non uso parole a sproposito, dato che nessuno è in grado di conoscere chi eserciti il potere in quelle società private che danno i voti a banche e governi, facendoli cadere, le cosiddette società di rating (di valutazione), quali Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings.
Nessuno sa chi le governi, ma è certo che nei loro boards vi possono essere persone in palese conflitto di interesse, atteso che da un lato pubblicano i rating e dall’altro dirigono banche di investimenti.
Di fronte ad una situazione in cui la Spectre contro la quale combatte l’agente 007 nei romanzi di Fleming sembra essere realtà e non frutto della fantasia di un illustre scrittore, i cittadini sono chiamati a reagire con scelte etico sociali.
La vita della gente non può essere determinata dalla ricerca di utili da parte di società anonime che, controllando i mass media, costringono a fare colazione, pranzare e cenare ascoltando termini strani, quali spread, indice mib, Tus (tasso unico): se proprio si deve parlare di soldi nei momenti di relax, preferirei vedere un video disneyano con Paperon de Paperoni che difende il suo forziere dalla Banda Bassotti.
Perché in questo caso sarebbe chiaro ai nostri figli che in prigione finisce sempre chi tocca gli interessi del proprietario del forziere ove si conserva il denaro.
Ma vede essere chiara una cosa: gli sfortunati eterni perdenti della Banda Bassotti possono apparire più simpatici del banchiere pennuto ed arrogante che si salva sempre grazie a tre simpatici nipotini ed a un Paperino anch’esso eterno perdente, quando chi vede il film sa che quel denaro rimane nel forziere, invece di essere utilizzato per dare ricchezza sociale, finanziando le piccole e medie imprese, l’agricoltura, la pesca, i liberi professionisti, i giovani che chiedono un mutuo sociale per acquistare una casa e mettere su famiglia.
Dal punto di vista educativo, questo continuo parlare di denaro è fortemente negativo per i minori: di fronte ad una TV che si dedica principalmente a spread e Mib, come fa un genitore a chiedere ad un bambino di dare a quelle immagini una attenzione maggiore che alla playstation? Ove a parlare di soldi in video vi fossero le immagini di Paperino, ogni genitore potrebbe abbracciarsi il figlio, spiegandogli che non è il denaro a fare la felicità, ma la famiglia, l’amore, la giustizia.
I cittadini devono far capire a politici ed economisti che questi sono i valori di riferimento, il cosiddetto bene rifugio, per utilizzare un termine caro a Il Sole 24 Ore.
La dimostrazione della fragilità del mostro senza testa e senza gambe si è avuta allorché la Grecia, povera, ma ricca di cultura e patria della democrazia, ha minacciato di sottoporre a referendum la carità pelosa degli aiuti europei: il popolo avrebbe potuto scegliere <<meglio poveri e liberi che schiavi di un telefonino più high tech>>.
Il governo greco che aveva prospettato tale ipotesi è caduto ed è stato sostituito dagli economisti, come in Italia, ma il segno di fragilità del sistema bancario è rimasto indelebile: i giovani indignati, che dormono nelle piazze per tenere alta la fiamma della protesta, sono ragazzi molto più felici di quelli che passeggiano la domenica guardando le vetrine alla ricerca di un oggetto più <<in>> che perderà valore da lì a pochi giorni.
Non a caso in mezzo a questi ragazzi si sono infiltrati i terroristi dei black bloc: la rottura degli schemi della società moderna è troppo forte per essere accettata dal mostro anonimo senza testa e senza gambe, dato che potrebbe affibbiargli un colpo mortale, riportando l’economia a servizio dell’uomo e dei suoi valori (e non viceversa, come avviene ora).
E’ utile ricordare, ora che il problema del signoraggio bancario è esploso a livello mondiale, che la ricchezza che si vuole portare via all’Italia con le liberalizzazioni trova origine nella legislazione del Ventennio Fascista, che imponeva a banche ed assicurazioni di investire parte dei propri utili in immobili da dare in locazione, cioè in socialità, sul presupposto che le case popolari si dovessero costruire con il denaro di chi lucra sui bisogni del popolo attraverso gli interessi e non di chi le paga le tasse per aver diritto ai relativi servizi.
Né si dica che la causa di questi mali è costituita dall’immigrazione. E’ certamente vero che l’Europa assiste sostanzialmente impotente al fenomeno dell’invasione del proprio territorio da parte di milioni di uomini affamati, ma la causa di ciò è principalmente di chi ritiene che tradizioni e civiltà diverse dalle proprie siano mercati da conquistare, non culture diverse con le quali confrontarsi per una corretta reciproca migliore crescita sociale.
La scarsa cultura porta a ritenere che la legittima difesa si attui attraverso ronde razziste, mentre l’evidenza del fallimento del sistema fondato sul capitalismo bancario dovrebbe far comprendere che una moderna difesa collettiva del territorio si attua con l’affermazione del potere etico del consumatore, cioè l’esaltazione nella modernità della civiltà europea.
Una campagna morale contro gli schiavisti del terzo millennio, che producono beni nei loro paesi, pagando un lavoratore 100 dollari al mese, circa € 70,00 senza rispetto per alcuno dei loro diritti, né del territorio ove è ubicato il posto di lavoro, produrrebbe più risultati di dazi doganali in termini di sostegno dell’euro e benefici immediati per centinaia i milioni di lavoratori che potrebbero rimanere nelle loro case.
La legione etico sociale contro la tigre di carta moneta, per avere la forza (e la gioia) di cacciare via i mercanti dal tempio.
di Romolo Reboa*
* Avvocato del Foro di Roma
Fondo 6_2011